Cosa rischia la Sea Watch con il decreto Sicurezza Bis? Cosa dice la norma e quali sono le sanzioni previste per l’armatore e il proprietario della nave.
Cosa rischia la Sea Watch con il decreto Sicurezza Bis? La decisione del capitano Carola Rackete di forzare il blocco navale avrà delle conseguenze. E lo sanno anche ai vertici dell’Ong, dove hanno avviato una raccolta fondi, alla quale ha aderito anche il Pd del Lazio, per sostenere le spese legali.
Cosa rischia la Sea Watch con il decreto Sicurezza Bis
Il provvedimento promosso da Matteo Salvini e approvato in Consiglio dei Ministri l’11 giugno 2019 prevede multe per le Ong fino a 50.000 euro fino al sequestro della nave in caso di reiterazione. Nel caso specifico c’è da valutare se le precedenti incursioni della Sea Watch possano essere prese in considerazione. Se così fosse ci sarebbero gli estremi per la confisca dell’imbarcazione.
Cosa prevede il decreto Sicurezza Bis per quanto riguarda i migranti
Uno dei temi principali affrontati dal secondo decreto Salvini è proprio quello dell’immigrazione clandestina,
Il primo capitolo del testo consente al Ministro dell’Interno di vietare l’accesso in acque nazionali alle imbarcazioni delle Organizzazioni Non Governative. Divieto che può scattare se la nave può essere considerata come un minaccia per la pubblica sicurezza.
Matteo Salvini, insieme con il Ministro Danilo Toninelli e il Ministro Elisabetta Trenta, ha deciso di applicare la normativa vietando il transito e la sosta in acque italiane alla Sea Watch.
Il capitano Carola Rackete, come noto, ha deciso di forzare il blocco navale. Le sanzioni previste sono quelle di una sanzione tra i 10.000 e i 50.000 euro per l’armatore e il proprietario della nave.
In caso di reiterazione della violazione si può procedere con la confisca dell’imbarcazione.